Poco da spendere Doccia gelata sul Governo Avevamo messo in risalto come i tecnici del bilancio del Senato, la settimana scorsa, non fossero parsi particolarmente entusiasti del DEF presentato dal governo. Purtroppo per Renzi e Padoan anche questa settimana le medesime perplessità provengono dall’Ufficio di Bilancio della Camera. Ammesso che il tesoretto vi sia davvero, attenti a spenderlo prima che i soldi siano effettivamente entrati in cassa basandosi solamente sulle previsioni sull’andamento dell’economia fatte in autunno. Si potrebbe creare un danno tragico per le casse del governo. Almeno il presidente Pisauro esprimendo “perplessità abbastanza forti”, ha evitato le espressioni che abbiamo visto rivolte al governo nei giorni passati, quali “imbroglio”, o “gioco delle tre carte”. Salvaguardato il rispetto istituzionale, la sostanza cambia poco. Non possiamo confidare pienamente sulle previsioni di per il 2016-2017 considerate le variabili esogene, indipendenti dall’azione di governo. Il cambio euro/dollaro, i prezzi dell’energia, la crisi greca e quant’altro potrebbero causare una situazione completamente sfavorevole per realizzare quel pareggio di bilancio fatto slittare al 2018. Anche Bankitalia, ritiene il “bonus”, modesto e dovuto interamente alla minore spesa per interessi. In ogni caso la sua unica utilizzazione possibile deve essere quella necessaria ad accelerare il riequilibrio della finanza pubblica, perché c’è poco da fare: il ridimensionamento del debito italiano, uno tra i più pesanti d'Europa, va perseguito anche quando non è richiesto e la comunque Bankitalia non smette di richiederlo. Se vogliamo aprire una questione teorica sul valore delle politiche di rigore, siete liberi di dire quello che volete, se siete d’accordo con Keynes o Einaudi o chi vi pare. Ma se si discute del rigore in Italia, questo è imposto da quei principi della buona amministrazione e dalla necessità di mettere il Paese in condizioni di sicurezza rispetto alle fragili condizioni delle finanze pubbliche. Per cui anche se lo lo scenario macro economico delineato nel Def per il biennio 2015-16, fosse plausibile, l'incertezza resta dominante e abbassare la guardia potrebbe rivelarsi fatale. Ovviamente non mettiamo in questione le riforme del governo che possono essere condivisi, quanto la fase attuativa, che appare uno dei punti deboli del processo, in atto. Roma, 21 Aprile 2015 |